Triggiano "vista dal basso" 

Triggiano vista dal "basso". Abbiamo titolato in questo modo il viaggio intrapreso sul territorio. Passeggiando lungo le strade della città, soffermandoci nei giardini pubblici, attraversando i quartieri della periferia urbana. I giovanissimi redattori di Parolandia, armati di penna e macchina fotografica,  sono stati invitati ad "osservare" e a descrivere i luoghi che frequentano abitualmente e quelli nei quali vivono, evidenziando gli aspetti positivi, quelli cioè dai quali sono rimasti maggiormente colpiti, senza sottovalutare, con la freschezza tipica della loro giovane età, i lati negativi, che come in tutti i paesi, anche a Triggiano non mancano.  Nel corso delle lezioni gli alunni del Pon di "Scrittura Creativa" hanno indossato i panni del cronista, raccontando, annotando e documentando situazioni di vario genere, cogliendo dal loro angolo visuale, aspetti e sfumature della vita cittadina, situazioni che hanno suscitato in loro maggiore interesse e curiosità. Il compito affidato ai bambini è stato soprattutto quello di descrivere la città e di andare oltre in forma propositiva: in qualità di "cittadini" sono stati sensibilizzati ad esercitare una funzione "attiva" di partecipazione democratica alla vita collettiva, proponendo in alcune lettere indirizzate al Sindaco, suggerimenti e consigli per rendere più a "misura" di bambino il paese in cui vivono.  (Onofrio D'Alesio)

 

Quanti piccioni "viaggiatori"

 

(di Clara Ciliberti) 

 

Io sono Clara, una bambina di 11 anni e vivo a Triggiano da quando sono nata. Ogni tanto quando sono in macchina, osservo alcuni particolari del mio paese. Di Triggiano sicuramente non mi piacciono le strade perchè asfaltate in modo non idoneo. Inoltre da un pò di tempo a questa parte ci sono lavori in corso e quindi parecchie strade sono interrotte e ricoperte da buche. La Villa è tempestata di colombi, e io ho paura che questi mi facciano i loro bisogni in testa. Una delle tante altre cose che non mi vanno a genio del mio paese è il fatto che gli alberelli piantati sono recintati e non vengono mai curati. 

La fontana di Piazza Lombardi inaugurata alcuni anni fa, a me sinceramente non piace affatto. Non ho ancora capito cosa simboleggia !!!  Vorrei che Triggiano, fosse un paese con più iniziative, con più allegria ed educazione che spesso scarseggia.Sarebbe bello vivere in un paese più pulito, con la raccolta differenziata seria, e comunque dando un'occhiata ai cassonetti questi non vengono mai svuotati separatamente. Una cosa bella di Triggiano sono gli Ipogei della Chiesa Matrice, luoghi sotterranei, molto cupi per la verità, ma che hanno la capacità di farci tornare indietro nel tempo. Una cosa bella del mio paese è il centro storico, ci sono case antiche che ancora si impadroniscono dei nostri occhi incuriositi. Le chiese di Triggiano sono abbastanza ampie e alcune di esse sono adornate con affreschi e dipinti che rappresentano la vita di Gesù, di Dio e di Maria. Un'altra cosa che vorrei si facesse a Triggiano è una bella pista ciclabile. Di questa cittadina io sono molto affezionata, in fondo è sempre il luogo nel quale sono nata.

Più biblioteche 

(di Vincenzo Bottalico) 

 

Del mio paese non mi piacciono alcuni quartieri a causa della presenza di persone poco raccomandabili, poi molte strade a dire il vero non sono ben asfaltate, ma completamente rovinate. Il manto stradale è sconnesso  e spesso ci fa inciampare. A me piacciono i negozi del mio paese, alcuni grandi altri più piccoli, perchè sono pieni di belle cose e sono ben forniti di prodotti, dal cibo ai giocattoli, ai vestiti. Molte abitazioni, soprattutto quelle del centro storico, appaiono molto degradate dall'esterno, poco curate e con scarsa manutenzione. Vorrei che a Triggiano ci fosse più di una biblioteca, con scaffali più ricchi di libri di matematica, geografia, storia e di romanzi per ragazzi. In particolare quelli dello scrittore Geronimo Stilton. Vorrei che ci fossero giardini molto più ampi, con giostre grandi, colorate e divertenti, quasi come una luna park.  Un'altra cosa molto importante è che a Triggiano si fa poca raccolta differenziata. Nel centro storico, brutto per alcuni aspetti ma bello per altri,  ci sono luoghi che offrono testimonianze del passato. In alcuni luoghi  è possibile scoprire come si svolgeva la vita in paese durante i secoli scorsi. La Chiesa del SS Crocifisso che io frequento non è grande, ma nel suo piccolo è molto carina, costituita da un altare con una grande poltrona dorata e rossa, dove si siede il parroco durante la celebrazione della Messa. 

L'Ospedale Fallacara 

 

(di Davide Nitti)

Oggi voglio parlare del mio paese, molto vicino a Barie al mare. Siamo quasi 30mila abitanti, abbiamo una piazza e una villa al cui interno sono presenti delle giostrine. Il verde pubblico viene curato dal Comune, ma è scarsa la cura da parte dei cittadini. Il sindaco di Triggiano si chiama Vincenzo Denicolò, le parrocchie organizzano poche sagre, ma questo tipo di manifestazioni non sono per noi bambini. In paese purtroppo mancano cinema, sale giochi e discoteche. Il FaòPer questo si è costretti ad andare fuori e raggiungere magari il capoluogo o altri paesi limitrofi. L'unica cosa che non manca a Triggiano sono i negozi che sono tantissimi. Nell'ospedale Fallacara sono ricoverati molti pazienti, ma i macchinari giusti che servono per le cure sono scarsi. Ci sono in questo paese molte cose che non riesco a capire, tra queste la fontana di Piazza Lombardi, della quale non sono mai riuscito a comprendere il significato.

La fontana di Piazza Lombardi

Oggi voglio parlare del mio paese, molto vicino a Bari e al mare. Siamo quasi 30mila abitanti, abbiamo una piazza e una villa al cui interno sono presenti delle giostrine. Il verde pubblico viene curato dal Comune, ma è scarsa la cura da parte dei cittadini. Il sindaco di Triggiano si chiama Vincenzo Denicolò, le parrocchie organizzano poche sagre, ma questo tipo di manifestazioni non sono per noi bambini. In paese purtroppo mancano cinema, sale giochi e discoteche. Il FaòPer questo si è costretti ad andare fuori e raggiungere magari il capoluogo o altri paesi limitrofi. L'unica cosa che non manca a Triggiano sono i negozi che sono tantissimi. Nell'ospedale Fallacara sono ricoverati molti pazienti, ma i macchinari giusti che servono per le cure sono scarsi. Ci sono in questo paese molte cose che non riesco a capire, tra queste la fontana di Piazza Lombardi, della quale non sono mai riuscito a comprendere il significato.

Il Borgo Antico fra storia, costume e tradizioni 

Per coloro che leggerano questo articolo,  e spero che lo leggano, vi posso assicurare che il borgo antico di Triggiano è un bel "paesino". Naturalmente c'è qualcosa che non va per il verso giusto, soprattutto per quanto concerne il traffico e le auto parcheggiate davanti alle fioriere utilizzate non più come ornamento, bensì come pattumiere. Trovo di cattivo gusto i muri imbrattati dalle scritte che  rovinano l'aspetto estetico di palazzi e abitazioni. Per fortuna alcune tradizioni vengono conservate grazie all'opera di alcune associazioni locali. Nel periodo di Pasqua, abbiamo avuto modo di gustare  le tipiche  "scarcelle", il tradizionale dolce pasquale preparato con pasta frolla e uova sode. Le forme delle scarcelle sono molto originali: dalla pecorella all'agnello, dalla bambola al cavallo. In una abitazione ristrutturata di recente, siamo rimasti colpiti dalle statue facenti parte di un vecchio presepe realizzate in cartapesta e dagli abiti coloratissimi. Queste statue risalgono con molta probabilità alla fine dell'800, e oggi fanno bella mostra di sè in una antica credenza in legno. Confinante con la biblioteca comunale, sono ancora visibili  i resti del "castello". In realtà era una specie di roccaforte che faceva corpo unico con le antiche mura a ridosso del fossato. Attraversando il centro storico, agli angoli di vicoli e stradine è possibile scorgere alcune vecchie edicole votive raffiguranti la Madonna. Ancora oggi gli abitanti del borgo antico, in segno di fede e di devozione, ne curano la conservazione adornandole con fiori sempre freschi. Mi auguro che in futuro il borgo antico venga arricchito da spazi riservati anche ai più piccoli (Rita Marroccoli).

La visita guidata nel centro storico di Triggiano ha coinvolto il gruppo di allievi partecipanti al Pon di "Scrittura Creativa". Gli alunni sono stati accompagnati da Pietro Quassia, scrittore di poesie in vernacolo triggianese, e da un cantastorie barese. Passeggiare nei  luoghi più caratteristici della nostra tradizione,  è stato per noi come fare un vero e proprio tuffo nel passato, alla ricerca delle radici più autentiche. Il nostro percorso  è stato accompagnato dalla narrazione di antichi detti e proverbi. In primo piano, all'ingresso di via Ponte, abbiamo osservato sui balconi di alcuni palazzi, i "mascheroni", elementi architettonici di ornamento, che però in passato avevano anche un'altra funzione, quella cioè di tenere lontani gli spiriti maligni. Proseguendo all'inteno del centro storico ci siamo soffermati su quella che era la Piazza del Mercato. Fino a qualeche decennio fa, in questo luogo si svolgeva ogni mattina il mercato del pesce. Oggi la piazza, dopo i lavori di riqualificazione portati a termine dalla amministrazione comunale, ha cambiato volto. E' stata interamente ripavimentata e illuminata, al posto delle pensiline dove i pescatori esponevano la loro merce, sono state sistemate delle panchine attorniate da alberi che seguono l'intero perimetro della piazza. Sugli edifici più datati  siamo rimasti incuriositi da alcune balconate che hanno forme architettoniche tondeggianti. Sul nome del nostro paese, esistono diverse ipotesi. Quella più credibile è che Triggiano abbia preso il nome da un colono romano, Traianus,  assegnatario di terre da coltivare nell'agro barese (Giovanni Di Turi). 

La pavimentazione del centro storico è stata rifatta. Le strade così come le abitazioni, erano lastricate con le antiche chianche, bianche e nere, le cui forme perfettamente simmetriche e squadrate venivano lavorate ad arte da maestri scalpellini. Alcune delle abitazioni più antiche ancora ben conservate hanno le pareti in tufo, il cui ampio spessore garantiva un ottimo isolamento termico durante le stagioni. Le case erano  fresche d'estate e calde d'inverno. E se proprio faceva freddo ci si riscaldava con il fuoco dei camini. In quel tempo le abitazioni del centro storico non avevano impianti di acqua potabile. In alcune di esse, ancora oggi, sono rimasti vecchi pozzi in pietra  nei quali veniva raccolta l'acqua piovana canalizzata dai tetti. All'interno di queste cisterne venivano liberate anche delle anguille. Secondo l'esperienza comune, avvalorata da ricerche scientifiche, le anguille venivano utilizzate per distruggere i microrganismi e rendevano l'acqua potabile. Altra nota caratteristica del centro storico, è quella dei soprannomi. Gli abitanti si conoscono quasi tutti, in ragione dell'antico nomignolo che veniva dato per difetti fisici o carattere e tramandati di generazione in generazione, fino ai giorni nostri (Stefano Carella). 

Ciò che colpisce di più del centro storico, sono soprattutto i profumi che si diffondono dalle cucine e la gente che ci vive. Davanti ai portoncini di ingresso di alcune abitazioni, permane l'antica usanza di avere tende di cotone o di lino, interamente ricamate a mano. In alcuni punti, ben ancorati sulle pareti esterne ci sono ancora robusti anelli in ferro ai quali in origine venivano legate le briglie di asini e cavalli (Nicole Sigrisi).

Le balconate di alcuni palazzi presentano strutture architettoniche diverse da quelle tradizionali. La particolare bombatura viene attribuita all'architettura spagnola. Le donne indossavano abiti le cui gonne erano ampie e circolari. Dunque i balconi sagomati in quel modo consentivano un passaggio più agevole e soprattutto evitavano che i vestiti si sporcassero (Vincenzo Bottalico).    

    

Lettere al Sindaco Vincenzo Denicolò 

I nostri bambini sono attenti osservatori. Vivono la maggior parte del loro tempo nelle scuole, ma al loro sguardo critico e attento, passeggiando per le strade del paese, non sfuggono particolari che meritano attenzione. Primo obiettivo degli alunni sono le strutture scolastiche, lo stato degli edifici e i disagi con i quali sono costretti a misurarsi quotidianamente. La soluzione di vecchi problemi aiuterebbe a migliorare la loro qualità della vita. Per queste ragioni i redattori di "Parolandia" hanno raccolto una serie di lettere indirizzate al primo cittadino all'interno delle quali è possibile cogliere interessanti osservazioni, ma soprattutto consigli e suggerimenti.

"Egregio Signor Sindaco, sono un bambino che frequenta la 5^ B della scuola Giovanni XXIII. Vorrei segnalarle che nella nostra biblioteca non si può entrare poichè il pavimento è rotto, e quando piove dal soffitto si infiltra acqua che cade allagando il pavimento. Inoltre vorrei che la biblioteca della nostra scuola fosse più ampia con un maggior numero di libri da leggere e da consultare. Nella nostra aula di informatica ci sono molti computer che   non funzionano bene. Vorrei pregarla di sistemare la nostra palestra perchè ci sono molti vetri rotti e pareti screpolate. Tra le tante altre cose è fredda, e non ci sono termosifoni, quando piove poi tutto si allaga". Quello delle palestre spesso inagibili è uno degli argomenti più ricorrenti delle lettere prese in esame. Tra gli aspetti negativi maggiormente evidenziati, gli scolari pongono in primo piano lo stato dei servizi igienici: ce ne sono quattro ma in realtà ne funzionano soltanto due. Alla "Rodari" di via Carlo Alberto sembra che le cose vadano un tantino meglio. Lo sostiene Nicole Sigrisi che assegna un buon punteggio al parcheggio interno pittosto ordinato,  e al giardino, considerato uno dei pochissimi polmoni verdi della città con i suoi ulivi e le sue querce, ma alquanto ben curato. La palestra è la nota dolente. Ha problemi analoghi a quelli dell'altro plesso scolastico. Quando piove - sottolinea Nicole -  diventa un pantano. Funzionale invece l'aula di musica e la sala computer riservata a quanti amano le nuove tecnologie. C'è poi Marco D'Addabbo della "Rodari" che ha un cugino diversamente abile che frequenta la stessa scuola. 

Per i bambini che hanno questi problemi ci sono alcune cose che non vanno. A cominciare -dice Marco -  dagli scivoli che dovrebbero agevolare il passaggio delle carrozzelle. Altro problema è il viale d'accesso della scuola, molto spesso ostruito da auto parcheggiate in divieto e che quindi lo rendono poco accessibile ai pedoni. Marco auspica che la realizzazione della nuova strada di collegamento con la provinciale per San Giorgio avvenga in tempi brevi, possibilmente prima che egli concluda il ciclo scolastico. Una strada che però - come evidenzia l'alunno - che è stata costruita nel posto meno ideale e che ha reso la scuola meno sicura a causa delle tante auto che sfrecciano velocemente nei pressi dell'incrocio. Federica della Giovanni XXIII mette in risalto la bellezza del laboratorio di Scienze di cui è dotata la scuola. Palestra e Sala Cinema sono il vero neo della struttura alla stessa stregua delle osservazioni fatte dagli altri compagni. L'rgomento sconfina in altre scuole di Triggiano. 

In particolare la Media De Amicis che è finita più volte nel mirino dei vandali. E' quanto scrive Miriam Mottola. Prosegue Stefano Carella secondo cui gli edifici scolastici necessitano di interventi di manutenzione più adeguati. Inaccettabile - secondo Stefano - lo stato in cui versano i servizi igienici, alcune porte sono rotte, le pareti graffiate e sporche, bagni guasti e rubinetti malfunzionanti. Carola Colaianni allunga lo sguardo oltre la scuola esprimendo alcune considerazioni sulla Villa comunale. Molto bella perchè si affaccia sul Comune - ammette - però se ti scappa la pipì non puoi andare neanche in un bagno pubblico. L'unico esistente è sporchissimo e maleodorante, non di certo un luogo per femminucce.  Molto critica Carola a proposito del Parco Nassyria: il verde non si vede, ma solo sterpaglie e sassoloni. Gli alberi sono spogli e le giostrine non trasmettono felicità, ma per lo stato in cui versano solo tanta tristezza, smontate e scarabocchiate con gli spray.  Carola prosegue nelle sue considerazioni e annota la fontana di Piazza Lombardi: molte persone non hanno capito la sua forma strana, ipotizza che l'architetto che l'ha disegnata abbia voluto simbolicamente unire Triggiano con l'Oriente.     

Sport/ Sempre più Minivolley

(di Clara Ciliberti) Cresce la pallavolo triggianese con buoni risultati per le squadre maschili e femminili che partecipano al campionato di serie D. Stiamo parlando dell'US Fides Triggiano il cui presidente Mario Ardito al fine di incentivare l’attività motoria tra i ragazzi più piccoli e sviluppare il vivaio giovanile, ha scelto di sostenere la carriera scolastica della popolazione studentesca triggianese, attraverso lo stanziamento di una borsa di studio di 150 euro per le scuole appartenenti ai due distretti scolastici. L’assegno verrà conferito alla fine dell’anno scolastico, in una cerimonia dedicata, all’allievo di ciascun plesso che avrà conseguito il miglior rendimento scolastico, purchè iscritto ai corsi di pallavolo organizzati dalla società, riservati a ragazzi e ragazze dai 5 ai 13 anni.  Gli ultimi campionati  hanno regalato alla Fides enormi soddisfazioni. Attualmente le squadre maschili e femminili sono impegnate nella fase di ritorno del girone 2 dei play off. Grandi progetti anche per la Trivianum guidata dal presidente Michele Ressa.  La nuova Trivianum  milita attualmente nel campionato di C regionale, ma è presente in provincia con squadre Under 18,  Under 16, Under 14, Under 13, prima divisione giovani e una prima divisione. La società ha organizzato corsi di avviamento allo sport e attività motoria riservati ai più piccoli. Il “Progetto Volley” si avvale di tecnici che avranno il compito di far diventare i nostri ragazzi dei veri pallavolisti, e sono nell’ordine: Giuseppe Dicillo, Pino Renna e Pino Minafra. 

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